Già prima del voto si sapeva che sei paesi – fra cui l’Italia, i Paesi Bassi e l’Ungheria – avrebbero votato contro il regolamento, che prevede tra le altre cose l’obbligo di ripristinare le condizioni naturali in almeno il 20 per cento della superficie terrestre e marina dei territori dell’Unione entro il 2030 (e il 30 per cento di territori selezionati).